sabato 11 maggio 2013


Funiculì Funiculà

 Funiculì funiculà è una celebre canzone napoletana scritta nel 1880 dal giornalista Giuseppe Turco e musicata da Luigi Denza. Il testo fu ispirato dall'inaugurazione della prima funicolare del Vesuvio, costruita nel 1879, per raggiungere la cima del Vesuvio.La canzone, eseguita alla festa di Piedigrotta, descrive quindi ai napoletani e soprattutto ai turisti i vantaggi offerti dal nuovo mezzo di trasporto, che permette di salire senza fatica, ammirando il panorama.In breve tempo la melodia divenne celebre in tutto il mondo, consentendo all'editore Ricordi di venderne un milione di copie in un solo anno. Nel corso degli anni venne interpretata anche da grandi tenori, quali Mario Lanza, Luciano Pavarotti, Andrea Bocelli,  Muslim Magomaev e molti altri.Nel 1886, Richard Strauss incorpora la canzone nel quarto movimento del poema sinfonico Aus Italien, ispirato dal viaggio in Italia compiuto dal compositore durante l'estate dello stesso anno.Nel film No grazie, il caffè mi rende nervoso, è la canzone che fa da sottofondo ogni qualvolta entra in azione il killer.Nel film I due colonnelli con Totò e Timothy Henderson i protagonisti ubriachi cantano insieme la canzone.


Funiculì Funiculà in Napoletano

A’ssera, Nanninè, me ne sagliette,
tu saje addò?
(Tu saje addò?)
Addò 'stu core ‘ngrato cchiu' dispietto
farme nun pò, farme nun pò.
Addò lo fuoco coce, ma si fuje,
te lassa stà
(Te lassa stà).
E nun te corre appriesso, nun te struje,
sulo a guardà, sulo a guardà.
Jammo, jammo 'ncoppa jammo jà
Jammo, jammo 'ncoppa jammo jà
Funiculì, funiculà
Funiculì, funiculà
'ncoppa jammo jà,
Funiculì, funiculà.
Jammo, jammo 'ncoppa jammo jà
Jammo, jammo 'ncoppa jammo jà
Funiculì, funiculà
Funiculì, funiculà
'ncoppa jammo jà,
Funiculì, funiculà.
Se n'è sagliuta, oi n'è, se n'è sagliuta
la capa già.
(La capa già)
E' gghiuta, pò è turnata, pò è venuta,
sta sempe ccà!
(Sta sempe ccà!)
La capa vota, vota attuorno, attuorno,
attuorno a tte.
(Attuorno a tte.)
Sto core canta
Sempe nu taluorno
Sposammo, oi' Ne!
(Sposammo, oi' Ne!)
Jammo, jammo 'ncoppa jammo jà
Jammo, jammo 'ncoppa jammo jà
Funiculì, funiculà
Funiculì, funiculà
'ncoppa jammo jà,
Funiculì, funiculà.
Jammo, jammo 'ncoppa jammo jà
Jammo, jammo 'ncoppa jammo jà
Funiculì, funiculà
Funiculì, funiculà
'ncoppa jammo jà,
Funiculì, funiculà.
Funiculì Funiculà in Italiano

Ieri sera, Nannina, sono salito
tu sai dove?
(Tu sai dove?)
Dove, questo cuore ingrato, più dispetti
farmi non può, farmi non può.
Dove il fuoco cuoce, ma se scappi,
ti lascia stare…
(Ti lascia stare.)
E non ti corre dietro e non ti distrugge
solo a guardarlo, solo a guardarlo
Andiamo, andiamo,sopra andiamo, andiam
Andiamo, andiamo,sopra andiamo, andiam
Funiculí - funiculá
Funiculí - funiculá
Sopra andiamo, andiam
Funiculí - funiculá
Andiamo, andiamo,sopra andiamo, andiam
Andiamo, andiamo,sopra andiamo, andiam
Funiculí - funiculá
Funiculí - funiculá
Sopra andiamo, andiam
Funiculí - funiculá
Se n'è salita, oh bella, se n'è salita,
già la testa…
(Gia la testa)
E' andata, poi è tornata, poi è venuta…
Sta sempre qua...
(Sta sempre qua.)
La testa gira, gira intorno, intorno,
intorno a te…
(Intorno a te)
Il cuore canta
Sempre un nenia:
Sposiamoci, oh bella mia…
(Sposiamoci, oh bella mia)
Andiamo, andiamo,sopra andiamo, andiam
Andiamo, andiamo,sopra andiamo, andiam
Funiculí - funiculá
Funiculí - funiculá
Sopra andiamo, andiam
Funiculí - funiculá
Andiamo, andiamo,sopra andiamo, andiam
Andiamo, andiamo,sopra andiamo, andiam
Funiculí - funiculá
Funiculí - funiculá
Sopra andiamo, andiam
Funiculí - funiculá




mercoledì 1 maggio 2013


Parli con i gesti!!!

Parte del film "Mangia, prega e ama"




Gli italiani parlano con i gesti!!!

Esistono molte abitudini italiane, per noi assolutamente normali, che gli stranieri trovano sorprendenti o inesplicabili. Per esempio: portare spesso gli occhiali da sole o parlare ad alta voce.
Fra le abitudini che suscitano più curiosità, forse, c’è quella di gesticolare mentre si parla.
Infatti, molti stranieri non capiscono la necessità di muovere le mani per comunicare e in genere arrivano alla semplice conclusione: “gli italiani parlano con le mani”. Prima di tutto, vorrei precisare che noi italiani parliamo con le parole, secondo una sintassi e una grammatica precise. La dimostrazione è che è possibile parlare italiano anche al telefono (cosa che riusciamo a fare molto bene, anche se continuiamo a gesticolare con la cornetta in mano…), e che è possibile anche scrivere e leggere in lingua italiana, senza immagini esplicative.

Allora a cosa serve agitarsi tanto quando si parla? Le parole non sono sufficienti?
Naturalmente le parole sono sufficienti, ma perché limitarsi alle parole quando possiamo usare tutto il corpo? Il gesto non sostituisce la parola, ma la arricchisce. È un linguaggio parallelo, che aggiunge sfumature o cambia il significato del nostro discorso. Provate a parlare senza muovere un muscolo: la vostra voce sarà monotona e insignificante.

Forse, per chi ci guarda dall’esterno, i gesti sono solo un balletto incomprensibile, una serie di movimenti senza senso. Ma in Italia la gestualità è un elemento culturale molto importante e non semplice folklore. I gesti sono un linguaggio codificato e preciso e hanno un significato chiaro per chi sa interpretarli. 
Non voglio fornire una spiegazione dei numerosi gesti esistenti, ma solo ricordare la loro importanza per noi nella comunicazione. Con il gesto possiamo esprime un’emozione meglio di molte parole, perché il movimento è più spontaneo e sincero della parola. Possiamo esprimere rabbia o gioia, indifferenza o sorpresa, e cambiare l’ampiezza e l’intensità secondo lo stato d’animo e la situazione.

Come tutte le lingue, la gestualità si impara solo dopo anni di esercizio ed osservazione. Quindi, consiglio agli stranieri di non tentare di usare dei gesti “all’italiana” quando parlano la nostra lingua, perché potrebbero non essere capiti o interpretati male.
Per esempio, il gesto più celebre è la mano “a pigna”: le punte delle dita unite verso l’alto e la mano che si muove in su e giù. È un gesto che, in genere, accompagna una domanda o un dubbio. Quindi, è molto strano agitare le mani in questo modo e allo stesso tempo dire buongiorno, come a volte fanno gli stranieri che imitano gli italiani! Fa molto finto piazzaiolo in un film americano.

Influenzati dalle buone maniere anglosassoni, oggi usare troppo le mani quando si parla è considerato volgare e campagnolo. Ma è ampiamente tollerato, quasi obbligatorio, in casi di particolare eccitazione, come un litigio o una partita di calcio.
Ad ogni modo, gesticolare resta sempre una consuetudine radicata nella nostra cultura. Fa parte della nostra identità: attraverso i nostri gesti, possiamo riconoscerci subito anche all’estero e possiamo capirci meglio fra di noi anche in Italia, al di là dei dialetti e delle barriere sociali.
Si dice, infatti, che abbiamo sviluppato i gesti per poterci capire fra di noi, perché in passato la gente parlava soprattutto i dialetti e non l’italiano.
Secondo me, è anche un sintomo del nostro desiderio costante di comunicare o, semplicemente, della nostra esuberanza. Per noi, infatti, è normale condividere con gli altri i nostri sentimenti. Con il gesto, anche chi non riesce ad ascoltarci, sa di cosa stiamo parlando. 
No, la discrezione non fa parte del nostro bagaglio culturale… ma è davvero un difetto così intollerabile?


Glossario :
gesticolare: fare gesti con le mani mentre si parla.
sfumatura: passaggio graduale da un colore a un altro.

pigna: frutto conico dell’albero di pino.

dubbio: condizione di incertezza, per cui non si è capaci di esprimere un giudizio sicuro e preciso.

all’estero: in un paese diverso dal nostro.



sabato 9 febbraio 2013

Città di Como


La città di Como, racchiusa tra dolci colline moreniche, è una città facile da percorrere a piedi. Il centro storico,  compreso tra le vecchie mura medievali è ricco di angoli deliziosi, di monumenti di pregio, di tannti negozi.
Varie cose si possono vedere a Como, la città offre agli occhi dei visitatori oltre a bellissimi scorci, anche monumenti e luoghi carichi di storia e di testimonianze.
Oggi Como è una città dinamica ed imprenditoriale, il settore tessile l'ha portata ad una notorietà nazionale ed internazionale; non a caso fino a qualche anno fà era considerata la "Capitale della Seta".
Dista a meno di un'ora da Milano ed è ben collegata con quest'ultima sia con i treni che con l'autostrada.